
A una città senza coraggio serve un giornalismo dirompente
Abbiamo bisogno della balia. Di un Messia che ci indichi la via. Perché noi non siamo in grado di camminare da soli, di attraversare una strada senza un adulto che ci tenga la mano. Pensiamo sia troppo difficile, o da stupidi, se non vediamo che, pur non necessariamente insieme a noi, ma almeno dall’altra parte della carreggiata, ci sia qualcun altro nelle medesime condizioni. A quel punto siamo tutti pronti a correre, senza nemmeno fare attenzione alle macchine o se ci sia il verde, il giallo, il rosso. Ci buttiamo alla cieca, senza ragionare, senza pensare: come i primitivi toccavano il fuoco per conoscerne l’effetto, noi sfidiamo la sorte perché così ci sembra giusto. E non lo facciamo perché lo sentiamo, piuttosto perché lo sente qualcun altro e dunque, se lo fanno gli altri, lo facciamo anche noi. Poi, se è Giletti a dirlo, figuriamoci: tutto acquista di veridicità, di attendibilità e addirittura di senso. Perché se è Pedace del Crotonese ad informarci sulle commissioni, non conta; sarà anche vero ma non ne vale la pena. Mica si chiama Massimo e ha 4,5 milioni di spettatori (lettori). Poi vuoi mettere un teatrino, con tanto di tronista (Meo) e sfidante (Spanò), con un articolo in bianco e nero? Ma non scherziamo. Continua a leggere “A una città senza coraggio serve un giornalismo dirompente”