
Come è misera la vita nei centri di potere
Flora Sculco, il padre e il loro candidato a Sindaco giocano a nascondino con le loro mancanze e con la consistente possibilità di dover ritornare, a ballottaggio perso, a stringere le mani dei galantuomini di Via Panella. Probabilmente la forza che mostrano e ostentano, a conti fatti, non ce l’hanno. Hanno per questo dovuto candidare un Ugo Pugliese dal viso pulito e creare liste con i nomi più disparati per poter dirsi sicuri di insediarsi nel Palazzo di Piazza della Resistenza. Fanno leva – anzi, è solo la Sculco ad esporsi visto che il resto del parterre ha lo stesso appeal dei baffi di Vallone – sui dieci disastrosi anni del Partito Democratico e sul fatto che quasi nessun’altro è ancora pronto, a differenza loro che «da mesi e mesi» sono in campo e che quindi – per logiche da politichetta spicciola a cui si rifanno – risulterebbero inevitabilmente i più credibili. Addirittura gli unici in grado di poter ridare un nuovo slancio alla città e rinnovare la classe dirigente. In poche parole, secondo Miss. Incoerenza, il cranio lucido di Pugliese e i nomi dei gggiovani in lista cancellerebbero anni e anni di politica clientelare e ridarebbero una mano di bianco alla fedina penale del papà che, per sua stessa ammissione sui giornali, è al suo fianco in ogni battaglia.
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